Uno dei nostri operatori sarà felice di contattarti entro 24 ore.
Per informazioni telefonare al numero

366 494-5989

Servizi

endodonzia

L'endodonzia è la scienza medica, nell'ambito dell'Odontoiatria, che ha per oggetto i tessuti interni del dente, le patologie e i trattamenti correlati. Quando questi tessuti o i tessuti che circondano la radice dentale si ammalano o si danneggiano a causa di carie o traumi, il trattamento endodontico permette di salvare il dente.

Il trattamento endodontico è un intervento odontoiatrico ambulatoriale che si rende necessario quando la polpa (il tessuto molle interno al dente) è infiammata o infetta per un danno provocato da una carie profonda, dall'esito di interventi sul dente, o da un trauma (grave e improvviso o più leggero ma ripetuto) che ha provocato frattura o scheggiatura profonda.
A perturbare lo stato di salute pulpare possono intervenire varie situazioni patologiche, la più frequente delle quali è di gran lunga la carie dentaria, ossia la decalcificazione e distruzione progressiva dei tessuti duri del dente per l'azione di microrganismi presenti nella placca batterica.
Se non si interviene tempestivamente la cavità prodotta dalla carie si ingrandisce e approfondisce e si estende finchè la polpa viene raggiunta da batteri con trasformazioni irreversibili dovute all'infezione.
Quando si arriva a questo stadio la cura conservativa che consente di mantenere il dente, evitando l'estrazione, è la terapia endodontica, o cura canalare o anche più impropriamente devitalizzazione.
In generale l'Endodonzia mira a conservare i denti che hanno ricevuto un danno grave della loro struttura che ha portato all'infezione e alla necrosi della polpa, con ripercussioni acute o croniche dei tessuti circostanti, più o meno dolorose.

Quali segni indicano la presenza di una carie?
La carie può non dare alcun segno precoce della sua presenza, oppure i sintomi sono tanto lievi da non indurre preoccupazione.
Questo avviene soprattutto nei primi stadi, ma spesso anche di fronte alla completa distruzione del dente il paziente può non riferire alcun fastidio particolare e mostrarsi anzi poi sorpreso di quanto avvenuto senza dolore.
Solo con il controllo periodico dal dentista - che va effettuato anche in assenza di dolore – è possibile verificarne la presenza fino dai primissimi stadi e intervenire con una terapia precoce e quindi limitata, minimizzando i danni e scongiurando dolori improvvisi e cure in regime di urgenza.
Il dolore perciò, non è un segnale di allerta affidabile e neanche un indice di gravità del danno: la soluzione è la visita periodica dal dentista.
L'eccessiva sensibilità al freddo è un sintomo da tenere in considerazione, ma non è un indice univoco della presenza di una carie.
Può essere causata anche dalla scopertura a livello dei colletti (la parte dei denti prossima alla gengiva) per malattia paradontale, per abrasione da spazzolino da denti usato in maniera scorretta, oppure per una particolare acidità del cavo orale (erosione da eccessiva assunzione di cibi come agrumi o aceto, o ancora per situazioni patologiche quali il reflusso gastroesofageo).
Anche il digrignamento (bruxismo), o incrinature/fratture possono dar luogo a ipersensibilità al freddo.
Oltretutto il segno del dolore al freddo o anche ai cibi dolci o salati è completamente assente nei denti già trattati endodonticamente.
E' la polpa la parte sensibile e se la polpa è in necrosi, o è stata asportata per una pregressa terapia canalare, questo sintomo viene a mancare.
Da notare a questo proposito che la carie attacca indifferentemente e con la stessa intensità sia denti sani, sia denti precedentemente curati o devitalizzati.
Escluse le situazioni elencate sopra, quando la sintomatologia caldo, freddo, salato è accompagnata da un dolore più o meno localizzato che perdura per un certo tempo successivamente allo stimolo, questo rappresenta un segno evidente della presenza di una carie già allo stato avanzato.
Il danno si estende in rapida progressione e se non intercettato in tempo porta inevitabilmente a fenomeni dolorosi di pulpite (infiammazione acuta) e necrosi (morte cellulare) della polpa del dente stesso.
La cura in questa fare tardiva non è più la rimozione della parte cariata o un'otturazione più o meno estesa, ma è necessario il trattamento endodontico (o cura canalare, detta anche devitalizzazione o canalizzazione).

In cosa consiste il trattamento endodontico?
Il trattamento endodontico consiste nella rimozione della polpa (nervo dentale) infiammata e infetta, presente all'interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, e nella sua sostituzione con un'otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari.

Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?
Il risultato è che il dente non sarà più serbatoio infettivo e, dopo un'adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di dente integro.
La percentuale diminuisce ne casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la proceduta per un insuccesso precedente (errori d'esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà obiettive).